"-E' come nelle grandi storie, padron Frodo, in quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi nemmeno sapere come andavano a finire, perchè come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare come prima dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine, era solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve finire. Arriverà un nuovo giorno, e quando il sole sorgerà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che ti insegnavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire perchè. Ma credo, padron Frodo, di capire. Ora, so. I protagonisti di quelle storie avevano molte occasioni per tornare indietro, ma non l'hanno fatto. Sono andati avanti, perchè erano aggrappati a qualcosa. - Noi a cosa siamo aggrappati, Sam? - C'è ancora del buono a questo mondo, padron Frodo. Ed è giusto combattere per questo."
J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli.

28 novembre 2012

Il 'sistema' di Crocetta

crocetta pro loco

di Antonio G. Pesce - Adesso che, in ballo, non c’è più il potere – quella strana cosa per cui gli esseri umani venderebbero anche la madre – potremmo lanciare il nostro endorsement per chiunque, così come pubblicare qualsiasi sozzeria. Nessuno avrebbe di che obiettare. Silenzio, quasi indifferenza. Ci basta, invece, analizzare le ultime mosse del nostro presidente della regione.

La giunta è stata completata. Crocetta faceva la voce grossa in terra sicula, mentre poi si recava a Roma per discutere con Udc e Pd dei possibili assessori. Ottima mossa, perché ad un Politburo di stretta nomina presidenziale non ci avrebbe creduto nessuno, e in fin dei conti non avrebbe rappresentato una maggiore garanzia per i siciliani, anche per quelli che Crocetta non l’hanno votato. Siamo in una fase critica come mai, ed è bene sapere prima di chi potrebbero essere meriti e demeriti. Per cinquant’anni suonati questa Repubblica si è fondata sullo scaricabarile, grazie anche ad un sistema informativo che ha taciuto le colpe, se non addirittura mistificato i fatti.

Tra i nomi che hanno destato più perplessità c’è quello di Nelli Scilabra, andata all’Istruzione e Formazione. Non tanto perché si ritenga inadeguata una studentessa ventinovenne a reggere l’istruzione isolana, perché in Italia dell’istruzione non è mai interessato niente a nessuno, e non si vede perché debba diventare cosa importante proprio sotto la giunta Crocetta. E poi la Scilabra è di sinistra, mica di destra: dunque, non si dirà di lei quello che si disse, appena insediata (prima che si facesse conoscere per i danni), della Gelmini. Il problema è che quell’assessorato si occupa anche (anche? soprattutto!) di formazione professionale, cioè uno dei capitoli di spesa più ampi del bilancio regionale, reclutando migliaia di persone e decine di enti.

Un’operazione sottile: lì Crocetta deve tagliare, e la riforma della pachidermica macchina regionale passa anche dalla riforma della Formazione. Quando ci mise le mani Centorrino, spalleggiato da uno come Lombardo, non si fecero attendere le tensioni. Se la Scilabra riuscirà, tutti penseranno che, oltre alla lodevole azione della giovanissima assessore, ci sarà stata anche l’esperta mano dell’apparato che l’ha nominata. Se, invece, l’operazione non dovesse riuscire, o dovesse costare molta impopolarità, la vittima sacrificale sarà stata una giovane ragazza, con ancora molto tempo per rifarsi.

Strategia politica che Crocetta avrà imparato nel Pci, non a caso un partito serio che, come tutti i partiti seri, gli slogan li urlava ma non li credeva (a differenza dei partiti arrivati dopo). E nel Pci avrà anche imparato che agli intellettuali impegnati (quelli che la sociologia chiama opinion leaders) l’accontentino lo devi dare. Tralasciando Zichichi, che è stato un bel colpo facilmente vendibile come valorizzazione del merito, l’aver messo dentro anche Battiato è di grande impatto simbolico, soprattutto in quel sottobosco antiberlusconiano che si è alimentato della raffinata critica del cantautore siciliano. Per il Pci erano ‘i fiori all’occhiello’, volti noti che si preferivano al vecchio militante di sezione, il quale non poteva vantare lo stesso palmares. Non avevano alcuna funzione, se non quella di dire che c’erano e che, soprattutto, bisognava esserci.

La forza di Crocetta sta anche in questo: creare sistema. Se Battiato poteva essere un satellite della galassia del centrosinistra, di Zichichi nessuno avrebbe sospettato. Crocetta ha saputo cogliere alcuni fiori, mentre altri li farà germogliare, perché a sinistra agli intellettuali ci tengono, anche solo per metterli in naftalina. È un loro vezzo: fanno collezione di fiori secchi. Comunque meglio di chi, qualche anno fa, rispondeva alle critiche degli intellettuali d’area chiedendo loro quante elezioni avessero vinto. Ora che è il capogruppo al senato di un partito in sfacimento, qualcuno potrebbe chiedergli quante buone idee abbia mai avuto.


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